Roberto Mandelli, classe 1987, due medaglie di bronzo ai campionati italiani giovanili primaverili di Imperia, nei 1500 stile libero ragazzi 1° anno nel 2001 e junior 2° anno nel 2004.
Per 5 anni sei stato uno dei principali interpreti di questa difficile distanza nel tuo anno di nascita, raccontaci come hai affrontato questo impegno.
Il detto dice "chi no ga testa ga gambe" ma sfortuna vuole che nello sport servano entrambi e nel nuoto in particolare oltre ai muscoli la costanza e la mentalità fanno davvero la differenza. Sarei presuntuoso se dicessi che a quell'età la testa ha fatto la differenza ma posso dire che la voglia di fare bene, la costanza negli allenamenti e l'impegno non sono mancati e credo che questo abbia portato a risultati che all'inizio per me sembravano davvero irraggiungibili. Sono stati anni in cui dividersi tra la scuola e gli allenamenti non era assolutamente semplice ma sono convinto che sia tutta questione di priorità e di organizzazione. Nella vita come nel nuoto sono un "diesel", non proprio un impulsivo e le gare del 2001 e 2004 raccontano proprio questo. Una prima parte dopo la partenza scandita dalla costanza per poi lasciare spazio alla grinta agonistica di quelli a cui non piace perdere e nel mio piccolo sicuramente quelle medaglie hanno rappresentato una grande vittoria.
Vista la tua specialità nelle lunghe distanze anche in allenamento eri uno che non si tirava mai indietro?
Mi piacevano le lunghe distanze in gara e non sfuggivo a questa passione anche negli allenamenti. Soffrivo le sessioni veloci e gli scatti, ma ero consapevole che quelle sedute di pura sofferenza muscolare avrebbero fatto la differenza. Quando si è giovani si potrebbe faticare a comprendere certe sessioni ma poi diventa chiaro che ogni esercizio e ogni lavoro aggiunge un mattoncino ad una crescita sportiva e personale (e magari inizia a crescere anche la testa oltre che le gambe del famoso detto).
E sappiamo che oltre alla preparazione fisica, anche l’alimentazione ha sempre avuto un ruolo importante nel tuo approccio ai 1500.
Devo ammettere che a livello alimentare sono sempre stato fortunato e i due pilastri di questa fortuna sono senza dubbio un metabolismo piuttosto rapido che mi permetteva poche restrizioni sulla dieta e la cucina senza eguali di mamma Nadia, che oltre ad essere un’ottima cuoca cercava sempre variare molto nella scelta del menù! Immancabile la crostata di albicocche prima delle gare! (Talvolta letteralmente POCO prima della gara).
Infine, descrivici le emozioni che si provano quando tocchi quella piastra alzi la testa e vedi che proprio tu salirai sul podio ai campionati italiani.
Me lo ricordo come se fosse ieri e in particolare la prima volta nel 2001. Ero alla 10, non proprio la corsia di quello veloce, e il tabellone era sul lato opposto sopra la 1 ma non ho avuto dubbi quando ho visto il mio nome vicino al numero 3. Emozionante da far aumentare il battito già alle stelle per la fatica. Sicuramente un ricordo che conserverò per sempre e per cui voglio ancora una volta ringraziare tutta la società che mi ha sempre supportato e la mia allenatrice Lelli che ha contribuito in maniera fondamentale a questo traguardo. Auguro a tutti gli atleti dell'Amici Nuoto Riva di vivere queste emozioni e ovviamente di arrivare molto più in alto! Buon cloro ragazzi!