Samantha Lutterotti, ranista, due vite passate all’interno di ANR, prima nelle categorie giovanili e poi grande atleta master di livello internazionale.

Fai parte della prima generazione degli atleti ANR, tra tutti i tuoi risultati giovanili sei stata un precursore nel nuoto per salvamento, il 2 maggio 1987 a Riva del Garda vinci la fase regionale dei giochi della gioventù qualificandoti per la fase nazionale di Roma. Raccontaci quell’esperienza nel salvamento, e quanto è cambiata la disciplina, (allora avevi gareggiato nel trasporto del sacchetto e lancio del pallone).

La mia prima esperienza a livello nazionale nella nostra bellissima capitale, è stata un’emozione unica, data anche la mia giovane età. Una gara poi che non era la mia! La cosa che mi è rimasta maggiormente impressa è stata la parata delle Nazioni allo stadio olimpico, una cosa davvero indimenticabile. Oggi il nuoto per salvamento è cambiato moltissimo sia a livello tecnico, singolo che di squadra. Ai miei tempi c'era solo il lancio pallone e il trasporto manichino.

Oltre al nuoto dove già da esordiente eccellevi con titoli regionali nella rana, hai praticato anche nuoto sincronizzato, nuoto pinnato e pentathlon moderno, come ti riuscivi a districare tra questi cinque sport differenti? (come hai iniziato, quale sport è stato il primo)

Il mio primo sport è stato il nuoto sincronizzato, mi piaceva molto volare sull'acqua. Avendo un galleggiamento così naturale iniziai con il nuoto a delfino e da lì poi sono passata all'agonistica vincendo le prime gare, sempre a delfino.

Poi passai alla rana vincendo i primi titoli regionali. Il nuoto nella mia vita mi ha dato molto. Non mi sono mai tirata indietro a gareggiare nelle diverse discipline in acqua vincendo anche qualche gara nel nuoto pinnato. Per me è sempre stata una cosa naturale, mi bastava stare in acqua, per me elemento essenziale.

Da atleta master nel quadriennio 2004-2007 sono arrivati due titoli italiani e altri quattro podi nazionali, la partecipazione ai mondiali di Riccione 2004, ma soprattutto la finale ai mondiali di San Francisco 2006 nella tua amata rana. Quanto ti allenavi in quegli anni e quanto è significato partecipare a una finale mondiale?

Finalmente arrivò il mio primo titolo italiano. Quella fu la mia più grande soddisfazione. Ho dedicato la mia vita per molto tempo agli allenamenti, tutti i giorni per 2 ore. Alle volte è stato più di un lavoro. La domenica partivo e andavo a fare le gare e ancora oggi mi chiedo cosa spingesse quella forza ed energia. Ma l'amore per il nuoto ce l'avevo dentro. Ringrazierò sempre la mia società perché mi è stata vicino e mi ha aiutata ad affrontare tutta la mia preparazione per i sognati Mondiali.

D'inverno mi allenavo con la squadra assoluta e d'estate mi dovevo allenare da sola, perché (cosa non facile per me) oltre che nuotare lavoravo. Il nuoto di per sé non è uno sport facile perché oltre ad essere in gara con gli altri, sei sempre in gara con te stessa. Allenarsi da soli può diventare una grande sfida.

Tutt'ora un grazie va alla mia allenatrice Lelli, che mi è stata vicina e dico un grazie anche a me stessa che non ho mai mancato un allenamento, riuscendo ad ottenere dei risultati importanti anche ai Mondiali. Raggiunsi il 9° e 12° posto nella mia disciplina tanto amata, la rana. Continuavo ad allenarmi per migliorarmi ulteriormente, per arrivare alla gara tanto desiderata al meglio che potevo.

I Mondiali in California sono stati indimenticabili, ancora oggi un'emozione unica. Non mi sono resa conto di nulla fino a quando non ho messo i piedi dentro l'acqua, scoprendo un mondo completamente diverso dal nostro. Quella è stata la mia ultima gara nella carriera del nuoto agonistico, ma sono tornata a casa soddisfatta e fiera di tutto quello che avevo raggiunto e degli sforzi fatti.

 

Riepilogo medaglie campionati italiani master categoria M30:

- Trieste 2005 oro 100 rana e argento 50 rana,

- Riccione 2006 oro 50 rana e argento 100 rana,

- Chianciano 2007 argento 50 rana e bronzo 100 rana.